Accademia Togliani
Adelmo Togliani
L'Amore è bello... finché dura - Segnalazioni speciali /RaiFiction "Un matrimonio"/ Intervista esclusiva ad Adelmo Togliani
martedì, gennaio 07, 2014Unknown
L’amore
è bello… finché dura
Parlare d’Amore -e sì,
i sentimenti dovrebbero sempre vantare la maiuscola- è un po’ come parlare di
politica: tutti sono certi di poter dire molto a riguardo, ma in verità gli
esperti sono ben pochi. E sia chiaro, per esperti s’intende quella stretta
categoria di persone che non ha bisogno di sfoggiare un curriculum lungo una
vita in cui si racconta della moltitudine di amori vissuti, bensì capace, nel
corso dei propri anni, di mettere in atto ciò che le parole più belle d’ogni
tempo raccontano alla storia dell’uomo, quelle che -quasi in veste di fiaba-
ispirano alla poesia più incontaminata: vivere l’uno per l’altra.
Ebbene, tali coraggiosi
esistono. Anche se parlare di loro fa paura, e riuscirci richiede altrettanto
spirito di convincimento e fermezza dei propri ideali.
È quel che la fiction
tv “Un
matrimonio” di Pupi Avati
-andata in onda dal 29 e 30 Dicembre in prima serata su RaiUno- sta cercando di
fare, in maniera egregia, raccontando attraverso gli schermi delle nostre case
le vicende di un amore lungo più di cinquant’anni -dal primo incontro nel 1948
alle nozze d’oro nel 2005- e vissuto nell’arco di quegli avvenimenti che hanno
segnato, nel bene e nel male, la storia del nostro Paese.
I protagonisti sono Carlo Dagnini e Francesca Osti, giovani bolognesi appartenenti a contesti sociali
decisamente diversi: lui, figlio di un commerciante benestante e scommettitore
alle corse dei cavalli; lei, figlia di un operaio dell’Arsenale, ex emigrante e
gran donnaiolo.
Basterebbe questa
brevissima presentazione della trama per riuscire a immaginare le sorprese che
una simile storia d’amore potrebbe riservare ai propri telespettatori, ma la
piramide dei personaggi che ruotano attorno all’intera vicenda narrata è ben
più complessa e capace di spaziare in argomenti che vanno al di là della storia
d’amore in sé, andando a descrivere il difficile equilibrio di una società
costruita su grandi ideali, epiche promesse e vane speranze.
“Un matrimonio” è molto
più del semplice racconto di una
coppia che è in grado di unirsi, perdersi e ritrovarsi pur attraversando le
mille difficoltà nel corso del proprio cammino. È, piuttosto, il tentativo di
dare corpo e vita ad un insegnamento cacciato via nel dimenticatoio delle mode
e del progressivo sgretolarsi di una morale che non vuole essere scomoda e
antiquata, ma sempre fresca, in grado
d’infondere quella scossa interiore capace di smuovere intere generazioni e,
ancora più semplicemente, capace di renderci migliori.
La
serie tv in questione è formata da un cast di attori variegato e portentoso,
solo per citarne alcuni: Christian De Sica, Katia Ricciarelli, Flavio Parenti,
Chiara Ricci, Andrea Roncato, Ettore Bassi, Micaela Ramazzotti, Corrado Tedeschi,
ect. E proprio a tale incredibile squadra -che ha dato vita a ben 259
personaggi- Pupi Avati ha voluto dedicare questa storia:
… È infatti ai
tantissimi attori che mi hanno accompagnato in questo viaggio emotivamente
fantastico che intendo dedicare questa storia. In così tanti anni di cinema non
mi era mai capitato di arrivare all’ultimo giorno di riprese percependo in
ognuno di loro una commozione così forte. In ognuno di loro l’identificazione
con il personaggio che interpretava si era fatta misteriosa, inestricabile. Nel
lasciare per l’ultima volta in camerino il loro costume non si sarebbero
liberati così facilmente di quella zia Lilliana o di quel nonno Sisto ai quali
avevano dato così tanto e dai quali avevano così tanto ricevuto.
Pupi
Avati
In quest’imperdibile
occasione, ho avuto il piacere e l’onore di poter fare due chiacchiere con il
simpaticissimo e instancabile Adelmo
Togliani, attore e figlio d’arte del grande Achille, che in “Un
matrimonio” interpreta l’eccentrico personaggio di Edgardo Rizzi, cugino della protagonista, interpretata dalla bella
e brava Michela Ramazzotti, e figlio di un’indimenticabile Katia Ricciarelli.
Una
grande sfida artistica per il nostro Adelmo, il quale è stato in grado
d’interpretare le tappe più salienti vissute da un personaggio nell’arco di una
vita intera: lo incontriamo infatti a vent’anni fervente monarchico, lo
ritroviamo ai microfoni delle prime radio libere e lo scopriamo ancora a
settant’anni a coltivare e difendere le sue passioni, la sua terra e le sue
radici affettive.
Qui
di seguito riporto l’interessante intervista che ci darà modo di conoscere Adelmo
Togliani nelle vesti di uomo e artista, e di entrare direttamente nel cuore di
quest’ardito progetto tv a cui ha partecipato:
-
- Eclettico artista diviso tra la passione
del teatro, del cinema e della tv. Figlio del grande Achille e degno erede di
una vita vissuta per l’Arte e nell’Arte. Tutti noi ti conosciamo sotto le vesti
appena citate, ma qual è il “ruolo” a cui Adelmo Togliani si sente
profondamente legato nella sua giovane, eppure tanto fervente carriera
artistica intrapresa?
Io
mi sento tremendamente legato alla 'vita', e il ruolo che voglio svolgere è
quello di qualcuno in grado di lasciare prima o poi qualcosa, un segno - artistico
ovviamente - che sia imprescindibile e distinto. C'è una sola frase degna di
nota nell'ultimo Tron, quando quest'ultimo recupera la memoria e dice: "Io
combatto per i creativi". E con 'creativi' non si intende semplicemente i
programmatori... ma nel nome di qualcosa di più grande. Che mondo sarebbe senza
la creatività?
-
- “Con
Pupi Avati sono tornato a scuola”. In questa tua
affermazione, data durante il Comunicato-Stampa
de “Un matrimonio”, aleggia l’amore radicato che ti lega al mondo della
recitazione e del continuo evolversi che lo studio di questa materia offre ai
suoi discepoli. Parlaci un po’ dell’Accademia Togliani: della passione che
pulsa all’interno delle sue mura, dei suoi allievi, dei sogni che in essa
prendono vita e di cosa per te rappresenta.
-
- Edgardo
Rizzi è il protagonista da te interpretato nella fiction
“Un matrimonio” di Pupi Avati, andata in onda dal 29 e 30 Dicembre 2013 in
prima serata su Rai Uno. Un personaggio buffo e originale, appassionato e
fedele ai propri ideali. Quali sono le caratteristiche di Edgardo che potremmo
essere certi di ritrovare anche in Adelmo? Quali, invece, le differenze che
vanno a segnare il confine tra l’attore e il personaggio?
- - “Un
matrimonio” è la storia di un amore lungo più di
cinquant’anni, vissuto nell’arco di quegli avvenimenti che hanno segnato la
storia del nostro Paese - come l’avvento
della tv, il referendum sul divorzio, il rapimento di Aldo Moro, la strage di
Bologna -. Quale pensi che sia il magico
ingrediente comune capace d’identificare, in
qualche modo, la forza di un
sentimento intimo, racchiuso tra le mura domestiche e in grado di sopravvivere
alle avversità della vita, e quella che invece investe un popolo intero,
ardentemente desideroso di cambiamenti?
La
tradizione e il progresso dovrebbero viaggiare di pari-passo, invece sono in
continuo conflitto. Il matrimonio dovrebbe essere un valore e bisognerebbe
battersi per preservarlo, mentre la libertà viene interpretata - e quindi
vissuta - in modo spesso errato. Paradossalmente eravamo più liberi 40 anni fa
ma di un'altra libertà, sociale intendo, che non sottintende l'abbandono dei
legami e delle unioni ma proprio tutta un'altra cosa... Viviamo tempi confusi.
Le
persone non hanno voglia di fare sacrifici, non analizzano che stare insieme
parte dalle rinunce. La condivisione di intenti, il progetto è ancora la cosa
più importante per me.
- - La storia di un amore che “regge”, come
lo stesso Pupi Avati afferma, è quanto di più in controtendenza si possa
proporre, soprattutto in questo nostro periodo storico apparentemente segnato
dalla fragilità di qualsivoglia istituzione. Una vera e propria sfida che la
serie tv “Un matrimonio” ha dimostrato di poter affrontare con enorme
successo. Ma qual è stata la sensazione
comune che, al termine delle riprese, non ha smesso di accompagnare il cast di
attori che hanno dato vita a questo ardito progetto?
La
consapevolezza di far parte di un grande progetto. Un'epopea. Nel mio caso poi,
la soddisfazione di essermi calato nei panni di Edgardo attraverso quattro
epoche diverse. Vedermi con un bagliore negli occhi a 18 anni e poi cambiare,
ritrovarmi credibile alla fine della vicenda quando di anni il personaggio ne
ha 78 suonati.
-
- Oltre a Edgardo Rizzi, esiste un altro personaggio della serie che ti
sarebbe piaciuto interpretare?
Nessuno.
Però ora che mi ci fai pensare, non mi pongo limiti e dico: tutti.
- - Il ricordo più bello che porterai sempre
con te, legato a questo tuo ultimo
lavoro.
L'ultimo
giorno di riprese mi sono intrattenuto in una chiacchierata con Pupi Avati. Lui
seduto, io in piedi, uno di fronte all'altro vicino ad un confessionale in
chiesa. Mi dispensava consigli,
parlandomi della sua personale visione della recitazione; del fatto che esiste
una sola verità recitativa. Io ho la mia. È stato un momento molto intimo che
porterò nel cuore per sempre.
-
- Qualche piccola anticipazione riguardo i
tuoi progetti in corso e il tuo personale saluto agli artisti di oggi, a coloro
i quali credono ancora che le loro più alte passioni potranno un giorno
divenire il lavoro di una vita.
Innanzitutto saremo a Cinisello Balsamo
alla fine del mese con lo spettacolo di Antonella Ferrari, "Più forte del
destino", prodotto dall'Accademia Achille Togliani e per la regia di
Arturo Di Tullio. Mentre in primavera passerò dietro la
macchina da presa per dirigere un progetto che mi sta molto a cuore e che ha
ricevuto in primis il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività
Culturali nonché di altri sponsor come Filafi Fithu e Centrale del Latte di
Roma. Il titolo è "L'Uomo Volante" e l'ho scritto con la mia più stretta
collaboratrice Elena Tommasini. Sarà una storia sull’amore analogico, inizia
negli anni ’80 e finisce ai giorni nostri, da qui la natura di un progetto
filmico di ampio respiro.
E proprio per ricollegarmi alla tua richiesta di un messaggio per i giovani artisti, posso dire di credere, credere, fortissimamente credere. "L'Uomo Volante" ha aspettato 5 anni prima di avere un minimo di attenzione, a breve inzieremo le riprese per trasformarlo in realtà.
E proprio per ricollegarmi alla tua richiesta di un messaggio per i giovani artisti, posso dire di credere, credere, fortissimamente credere. "L'Uomo Volante" ha aspettato 5 anni prima di avere un minimo di attenzione, a breve inzieremo le riprese per trasformarlo in realtà.
In bocca al lupo per ogni progetto appena citato e un caloroso ringraziamento ad Adelmo Togliani per essere stato ospite di Holly Girls e averci dato, attraverso le sue parole, una carica in più e la scintilla d'energia positiva utile a... non smettere mai di sognare!
Ricordiamo sempre di essere noi stessi le ali dei nostri sogni... :)
Buon proseguimento di visione in compagnia de "Un matrimonio" e...
Alla prossima! ^^
1 commenti
Arrivo qui dal blog di Ferruccio :)
RispondiEliminaConosco l'attore perché me lo ricordo in Distretto di Polizia, dove ebbe un piccolo ruolo.
Un matrimonio purtroppo non l'ho visto, nonostante io ami molto Pupi Avati...
Moz-
"Lo stare insieme è nello stesso tempo per noi essere liberi come nella solitudine, essere contenti come in compagnia."
Emily Brontë