Antologia
Desy Giuffrè
Diario di Pensieri Persi
anteprime
Diario della Fenice
Diario di Pensieri Persi
Riassunto della settimana!
domenica, gennaio 22, 2012Unknown
Cari lettori,
come ogni domenica sono qui per riassumere le iniziative che hanno ruotato attorno ad Io Sono Heathcliff, nel corso di questa settimana appena trascorsa. Mi piace ricordare con voi tutto ciò che avete fatto con tanto affetto per me e il mio romanzo che attendete di leggere. ^_^
Iniziamo con un'intervista che ho rilasciato per l'attivissimo Diario della Fenice, leggibile a questo link:
dove potrete iniziare a scoprire il modo in cui mi accingo al meraviglioso mondo della scrittura :)
Ringrazio anche il nuovissimo e già movimentato blog letterario Il colore dei libri per la dettagliata anteprima che ha preparato per Io Sono Heathcliff, e nel lasciarvi qui il link in cui potrete visualizzarla
vi annuncio già che Il colore dei libri riserva per voi altre sorprese che riguardano il mio romanzo!
Passiamo, infine, con i ringraziamenti al fantastico blog Diario di Pensieri Persi, per avere pubblicato il racconto inedito "Ragazze Agrifoglio"
tratto dai personaggi di Io Sono Heathcliff, che vede come protagonista Stella, personaggio di cui vi ho già parlato nei giorni scorsi attraverso la sua scheda di approfondimento che potrete trovare sulla ribrica "Oggi si parla di..."
Vi lascio con il racconto inedito sopra citato, in attesa d'iniziare una nuova settimana ricca di nuove sorprese e augurandovi una buona lettura!
Ragazze Agrifoglio
Non riusciva a capire cosa le stesse capitando. Proprio lei, figlia di uno degli imprenditori più illustri della città, si sentiva tutt’un tratto smaniosa di trascorrere del tempo con il ragazzo di strada che stava nascondendo nella soffitta di villa Milano. Stella non aveva mai perso la testa per nessuno, a parte qualche piccola cotta adolescenziale per i ragazzi più ambiti che ogni anno si presentavano in cima alla lista delle sue preferenze. Ma stavolta era diverso.
Sì, stavolta era lei quella costretta a doversi difendere da qualcuno, e questo le confermava la follia di quel che stava facendo, nascondendo quel ladro in casa dei suoi genitori. Sapeva di commettere un errore, sapeva quanto vulnerabile riusciva a diventare stando accanto a Damian, ogniqualvolta andava a trovarlo in solaio per chiedergli di cosa avesse bisogno.
La sua vicinanza le toglieva il respiro, e non riusciva ad alzare lo sguardo per guardarlo troppo spesso dritto negli occhi, nel timore che un tipo sveglio come lui si rendesse conto del suo stato d’animo. Sconvolta e persino sdegnata da quel che stava provando per quello sconosciuto, Stella continuava a percorrere una linea invisibile sul pavimento della sua stanza, terribilmente indecisa sul da farsi. Prima di gettarsi a capofitto sull’idea d’innamorarsi di un rapinatore, voleva potergli parlare con calma e a lungo. Fino a quella sera non ne aveva avuto il tempo, e se non decideva di cogliere l’occasione giusta, avrebbe dovuto rinunciarvi definitivamente, visto che non poteva certo nasconderlo lì dentro per sempre!
Si guardò un attimo allo specchio, prima di uscire dalla sua camera e di raggiungere il solaio inghiottito dal silenzio della notte, come il resto delle stanze dell’intera abitazione degli Orsini. Proprio quella sera non si sentiva affatto al massimo dello splendore: una lieve linea di mal di testa l’accompagnava da ore, e le si erano creati dei chiari cerchi violacei sotto gli occhi. Poco importava, il buio le sarebbe stato amico e non avrebbe permesso a Damian Ludeschi di vedere sul suo viso il benché minimo difetto.
Diede un’ultima sistemata al ciuffetto di capelli che le sfiorava la fronte, e si diresse al solaio, con il cuore in petto che le batteva a mille e il sapore del proibito tra le labbra e sulla pelle. L’attrazione che provava per colui che aveva deciso di salvare da una sorte fredda e dura come il ciglio della strada sul quale era stato abbandonato, era troppo forte. Neanche il volto tumefatto dall’eccessiva dose di cazzottate ricevute, lo faceva apparire alla sua vista meno attraente; i suoi occhi neri sembravano bruciare di una febbrile passione che l’attirava a sé senza rimedio, ed era una sensazione che aveva provato sin dal primo istante in cui l’aveva incontrato durante lo scippo mancato alla sua borsetta.
Inspirò ed espirò a fondo per due, tre volte e, spinta da un moto di decisione, si accinse ad aprire la botola che la separava di qualche metro da Damian. Ma un bisbiglio la fece trasalire e arrestare in tempo; aperta la botola solo di uno spiraglio, Stella strinse gli occhi in una linea quasi del tutto invisibile, mettendo a fuoco ciò che da quella posizione poteva riuscire a vedere. Sentiva un mormorio pesante e agitato, ma il buio era troppo denso per farle capire da dove provenissero quelle voci.
Fin quando tutto divenne chiaro, e il respiro le si strozzò in gola. Nulla avrebbe potuto ferirla più della scena che le si presentava davanti, e dovette cercare d’ingoiare i singhiozzi salitile in gola, oltre che cacciar via le lacrime che le annebbiavano totalmente la vista, per acuire i propri sensi e farsi una ragione di quel che aveva appena scoperto.
Damian porgeva una mano ad Elena, la quale era distesa sul letto che Stella stessa aveva preparato per il fuggiasco. Nonostante tutto lì dentro fosse avvolto da un’oscurità impenetrabile, la figlia degli Orsini fu in grado di scorgere l’intensità della stretta delle mani della sua migliore amica e del ragazzo da cui stava scioccamente andando per rendergli noto l’interesse nei suoi confronti.
«Và via, Elena. Avevi ragione, non saresti dovuta tornare da me. E non temere per la tua amica. Non appena mi sarà possibile, lascerò questa casa. Per adesso, nessuno sa che sono qui».
Damian pronunciò queste parole con una nota di sofferenza che colpì Stella forse ancor più di tutto il resto. Come aveva potuto non accorgersi di quello che le stava capitando sotto il naso? Quei due erano riusciti a non far trapelare nulla dagli sguardi che sapevano scambiarsi in silenzio, persino in sua presenza. Eppure, avrebbe giurato che Elena trovasse antipatico Damian, notando anche un certo disaccordo sul fatto che lei lo stesse aiutando a scappare dai suoi nemici. E invece…com’era potuta essere tanto stupida da non rendersi conto di quanto la sua amica fosse attratta da quel ladro che lei, Stella Orsini, aveva avuto la pessima idea di soccorrere?
Non appena Elena uscì dal solaio, per tutta la stanza echeggiò il pesante sospiro di Damian. La sua espressione sconfitta, rabbiosa, ferì la ragazza dai capelli rossi, il cui tremore di una mano tradì la sua presenza. Colto di sorpresa, Damian si voltò immediatamente verso la sua direzione, spingendola a mollar via la presa e ad arretrare velocemente per dirigersi nella sua camera, correndo a perdifiato tra i passi attutiti dalle sue calzette felpate.
Barricatasi dietro la porta ansimando, Stella chiuse gli occhi e restò in silenzio, restando stupita di sentire il calore di una lacrima scenderle lungo la guancia.
In quel preciso istante, una calma mai provata prima s’impadronì del suo petto agitato, portando con sé una consapevolezza che avrebbe reso sua per sempre: non avrebbe mai tradito l’amicizia che la legava ad Elena. La sua non era certo una rinuncia alla felicità, perché nessun altro quanto lei sapeva bene che il suo trasporto nei confronti di quel ragazzo non aveva mai avuto un’importanza tale da poter sostituire l’affetto per colei che aveva imparato a starle accanto, accettandola per quel che era e per il poco che riusciva a darle.
Sulle sue labbra turgide comparve un timido sorriso e, in quel momento, Stella decise di desistere dal volersi avvicinare a Damian Ludeschi, rischiando d’innamorarsi seriamente di lui. Non conosceva ancora i sentimenti che lo legavano alla sua migliore amica, ma era certa che la natura di questi fosse sincera. Consolata dal fatto di aver provato solo un’attrazione fisica nei confronti di Damian, corse felice, come se liberatasi da un peso invisibile dalla coscienza, e prese a sfogliare un libriccino di poesie, tra le quali ve ne era una in particolare, perfettamente ricollegabile a quella situazione. La lesse tutta d’un fiato, come a suggellare la sua scelta:
L’amore è simile alla rosa di macchia,
l’amicizia, all’agrifoglio
l’agrifoglio è cupo quando la rosa è in fiore,
ma quale fiorirà più a lungo?
A primavera è dolce la rosa selvatica,
l’estate profuma dei suoi petali in fiore
ma attendi il ritorno dell’inverno
e chi allora la chiamerà bella.
Disdegna sin da ora la ghirlanda di rose
e òrnati del lucente agrifoglio
quando dicembre appassirà il tuo viso
forse la tua ghirlanda serberà splendore.
Emily Bronte
Diario di Pensieri Persi
Emily Bronte
Entry to the pen
Ripercorrendo lo Speciale sorelle Bronte...II appuntamento!
venerdì, gennaio 13, 2012Unknown
benvenuti!
Oggi riapriamo la sezione "Recensioni e approfondimenti" della pagina Entry to the pen per continuare il nostro viaggio alla scoperta di tre sorelle che hanno segnato con la grazia innata e inconfondibile della loro penna, la storia della letteratura al femminile.
Parliamo di Anne, Charlotte ed Emily Bronte, stavolta "lette" attraverso non i romanzi che ci hanno lasciato, bensì i versi con i quali hanno saputo tessere la loro giovinezza.
Vi ripropongo qui di seguito un altro articolo da me steso per lo Speciale sorelle Bronte lanciato qualche mese fa dall'attivissimo blog:
leggibile a questo link:
Tre diversi modi di vedere ciò che ci circonda. Di respirare la vita che ci attraversa. Di vivere la nostalgia di ieri, la forza del presente e la speranza per il futuro.
Vi lascio in compagnia di tre giovanissime donne che hanno saputo dar voce alle loro parole, donando a noi un intero universo di emozioni e un irripetibile patrimonio letterario.
Buona lettura!
Implacabile. Inflessibile la parola nella sua forma più pura, minacciosa ed elegante. Spezza la saetta che attraversa il cielo delle nostre menti, e apre un sipario di emozioni da scoprire.
In quest’angolo profumato di poesia, si presentano all’appello tre corolle della lirica anglosassone ottocentesca. È questo il caso delle tre sorelle Bronte: Anne, Charlotte e Emily, unite non dal desiderio, ma dal bisogno viscerale della scrittura intesa come vita, come “l’essere per scrivere” o, ancor meglio, come lo “scrivere per l’essere”. Non in altri modi si potrebbero definire i loro destini uniti dall’amore per l’unicità e la bellezza della parola, resa a quanto pare intatta e gloriosa nel tempo, nonostante la triste stella che ha accompagnato la breve vita delle Bronte.
Nel voler scorrere tra i loro versi per poterne scoprire le chiare diversità e caratteristiche, sarebbe bello poterci prima tuffare con l’immaginazione tra le incantevoli scenografie naturali che hanno certamente aiutato le autrici ad alimentare il vivo fuoco artistico nelle loro vene: chiudiamo gli occhi e cerchiamo di respirare con la mente le distese delle brughiere chiazzate di terra ed erica viola, e applaudiamo silenziosamente all’aria pungente che sale alle narici dalla terra battuta dalla pioggia.
“A un tratto verso l’argine girando
lo sguardo, vidi un’esile creautra
che nel sole oscillava tremolando:
“Intonano gli uccelli i loro canti
alternando alle note i lieti voli;
adornano i minuscoli boccioli
rugiade come gemme scintillanti”.
Ridestati da questo squarcio di emozioni, torniamo alle nostre “amiche” dalla parola elevata all’armonia, e addentriamoci nella vita cantata attraverso i loro versi. Per iniziare, qui di seguito un componimento di Anne.
IL PERGOLATO
Protetta all'ombroso pergolato,
guarderò in alto verso il cielo chiaro
che mi sorriderà tra quelle piante
così fitte, dalle smaglianti fronde;
vedrò le verdi foglie luminose
brillare al sole che le benedice;
ascolterò il fruscio dei loro rami
bisbigliare nell'aria incantatrice.
Con l'orecchio inebriato da quei suoni
l'anima alata volerà lontano;
anni perduti rivivrà, o quel solo
giorno mite d'autunno nel suo volo.
O sognerà scenari del futuro,
boschi e colline, e una vallata verde
nel sole estivo luminoso e puro
dove lo sguardo abbagliato si perde.
Ascolta! Questo è il fiato dell'estate
che le fronde fruscianti appena scuote-
Ma no! La terra è candida di neve,
la mia visione è solo un sogno, breve.
è solo il gelo che pulisce l'aria
e dona al cielo quel divino blu.
Stan sorridendo al sole dell'inverno
quei foschi sempreverdi di laggiù.
Il freddo dell'inverno è nel mio cuore-
Come sognare d'un futuro bene?
Come potrà lo spirito volare,
vincolato alle sue dure catene?

Il romanticismo crepuscolare di Anne è evidente molto più che nelle altre due sorelle, carezzato di tanto in tanto da una vena ironica che riesce a rendere più energici i suoi messaggi. Una Fede satura di solitaria speranza albeggia in molti suoi componimenti, portatrice di una delicata forza d’animo che veste le sue poesie. Possiamo quindi così immaginare la nostra Anne: ragazza dai pensieri limpidi e caparbi, sognatrice di un futuro migliore.
È adesso il momento della maggiore del trio, ovvero Charlotte. Di seguito, una tra le sue poesie che più rispecchia, a mio avviso, il suo carattere riflessivo e concreto.
VITA
Credetemi, la vita non è un sogno
oscuro come i saggi amano dire;
di piogge mattutine c'è bisogno
spesso perchè sia il giorno luminoso.
Un vortice di nubi tenebrose
vedi ben presto sciogliersi e fluire
e se la pioggia fa sbocciar le rose
tu di rimproverarla avrai l'ardire?
Le ore di sole rapide, gioiose,
se ne volano presto o tardi via,
serena e grata l'anima tua sia,
finchè esse ti risplendono radiose!
E se improvvisa irromperà la Morte
a privarci crudele d'ogni bene?
Se implacabile il male alla speranza
metterà le catene, lei di nuovo
risorgerà serena: tu potrai
vederla cedere, ma naufragare mai;
si libreranno ancora le sue dorate ali
capaci di condurci in rotte celestiali.
Con forza che non trema
sopporta il tuo cimento:
o vittoria suprema
del coraggio che sgomina il tormento!
Una consapevolezza invidiabile del misterioso intreccio del bene e del male su questa vita terrena, dello scorrere veloce degli eventi, siano essi tristi o gioiosi. È una vita che, seppure affranta da nubi tenebrose, vince la morte attraverso il risorgere di una speranza serena!
Il suo stile lirico e spontaneo della giovane età, viene a volte sostituito da uno più epico, che quasi impone la gravità della prosa, rispetto ai componimenti di Emily e Anne. Del resto, è lei stessa che sente il bisogno di dare un cambiamento alla sua vita artistica, affermando che: “Ora è necessario cambiare, poiché l’occhio è stanco di immagini così frequenti”.
Mediatrice tra la dolcezza di Anne e l’orgoglio austero di Emily, Charlotte riesce a dare una personale miscela di tinte al suo panorama poetico e, probabilmente anche a quello della sua vita privata, chiedendoci: “e se la pioggia fa sbocciar le rose/ tu di rimproverarla avrai l'ardire?”. Ecco perché, nel voler dare un volto all’amata Charlotte Bronte, riusciremmo a vedere quello di una donna che ha imparato a possedere il coraggio che sgomina il tormento.
Infine, vogliamo parlare di lei, la più discussa delle sorelle Bronte, colei che con il suo ardito operato ha fatto parlare di sé, conquistando il titolo di “genio appassionato” della letteratura.
Tempeste d’inverno e piogge a primavera
Hanno bagnato notte e giorno l’erba
Ma giace sotto la zolla spettrale
Immobile e ignorato giace
il muto ricordo di un delitto
per anni perduto segreto dimenticato
eccolo infine cancellare il tempo
destare inutili lacrime.
Freddo chiaro azzurro il cielo del mattino
distende in alto il suo arco
fredde chiare azzurre le acque del Werna
riflettono il cielo invernale
la luna è tramontata
Venere splende in argenteo silenzio.
La sua lirica elevata e capace di fondere in un unico bocciolo di preziosa finitura l’animo e la natura, l’ambiente circostante, fa di ciò che conserviamo in suo nome, un patrimonio di valore inestimabile, dichiaratore della sua musa estatica e orgogliosa. Ed è proprio l’orgoglio e la grande concentrazione che l’autrice produce su se stessa, che la rende così simile alla grande Dickinson, entrambe battagliere dall’animo vergine e tenace.
Nelle poesie di Emily i sensi si accendono, e la “visione” diviene un tutt’uno con i versi che danzano selvaggi in un’ansia tesa e solenne. Lei stessa definiva il proprio animo simile alla roccia, estraneo agli attacchi esterni delle passioni terrene, e per questo così legato a quelle simboliche che amava riversare nei suoi versi, carichi di una vitalità romantica fuori dal comune. Un devastante amore, quello di Emily, per il micro mondo creato dal suo animo terribilmente bello e burrascoso.
Siamo dunque giunti alla conclusione di questo iter poetico in casa Bronte al femminile! Un regno tanto fragile nella sua bellezza, quanto imponente e immortale, come il respiro della natura che ha dato lo scenario alle produzioni liriche e non di Anne, Charlotte e Emily, rispettivamente la delicatezza, la vitalità e l’inquietudine delle incontaminate brughiere inglesi.
Sono però sicura che le tre indivisibili sorelle saranno felici del saluto che porgiamo a Branwell Bronte, il loro amato fratello dal talento indiscutibile e, certamente destinato anch’egli ad un futuro brillante, se non fosse stato per il triste correre degli eventi che l’hanno visto protagonista. Uno scorcio di genialità familiare, quello dei Bronte, incoronato dal tempo che non ne scalfisce le indimenticabili emozioni che riuscirà sempre a donare.
A presto!
Buon Natale
Desy Giuffrè
Diario di Pensieri Persi
Merry Christmas to all!
domenica, dicembre 25, 2011Unknown
Cari amici del blog e a tutti coloro a cui capita di sbirciare da queste parti...
Buon Natale!
Holly Girls è nato da poco, e questo è il suo primo Natale con voi, ma certo non sono mancate le occasioni per riunirci qui tutti e condividere insieme le prime iniziative di questo mio piccolo "mondo" web.
Il Natale è un momento imperdibile e da vivere pienamente, certo non solo per le leccornie che addobbano le nostre tavole in questi giorni, ma anche per deciderci di andare alla ricerca di quel posticino segreto nei nostri cuori da cui si accede ad un universo di doni da scoprire (ecco perchè non si dovrebbe essere più buoni solo a Natale, ma tentare di estendere questa priorità al resto dell'anno!) xD
Vi starete chiedendo...e i regali?!
Non potevano mancare delle sorprese per noi librofili! Iniziamo a scartare il primo...
E adesso...passiamo al secondo regalo!
Diario d'Inverno
da poter leggere a questo link:
Una raccolta di racconti Natalizi magici e indimenticabili! Non dimenticate di sfogliare le pagine di Diario di Pensieri Persi per inoltrarvi in una deliziosa e avvincente lettura invernale :)
Infine, per tutti coloro che non hanno ancora letto il racconto Natalizio che inizia a farvi conoscere i personaggi di Io Sono Heathcliff, ripropongo qui di seguiro "Tra i rovi di un Natale lontano", leggibile a questo precedente articolo:
Holly Girls vi augura delle feste magiche e serene!
Catherine Earnshaw
Cime Tempestose
Desy Giuffrè
Ripercorrendo lo Speciale sorelle Bronte...
martedì, dicembre 20, 2011Unknown
Un colore che porta il nome di un personaggio entrato a far parte nella storia della letteratura. Una donna che non teme la morte, se giunta in nome dell'amore.
Bentornati, cari lettori!
Stasera vorrei inaugurare la pagina Entry to the pen...Voce alla penna, con relativa voce di "Recensioni e approfondimenti" dedicata, appunto, ad articoli che mirano determinati argomenti: dalle recensioni alle mie letture preferite, ad approfondimenti su tematiche, personaggi, generi, ect.
Ripercorrendo piacevoli ricordi che si legano al periodo in cui io e le ragazze di Diario di Pensieri Persi abbiamo lavorato allo Speciale dedicato alle Sorelle Bronte, inoltro qui di seguito uno degli articoli ho preparato, direi tra quelli che più mi stanno a cuore, proprio per il suo tentare di scavare nell'animo di Cathy Earnshaw, protagonista del nostro amato e odiato Cime Tempestose.
Una ricerca sulle sue abitudini, il suo gusto nel vestiario, la natura del suo carattere perennemente in contraddizione con i suoi desideri e bisogni.
Vi lascio a "Le bianche note di Catherine Earnshaw", leggibile anche su:
Note bianche e insolite quelle che descrivono Cathy Earnshaw, protagonista indiscussa del dramma d’amore che ha cavalcato il tempo fino ai giorni d’oggi, siglato Emily Bronte, autentico genio della letteratura inglese di un 800’ il cui sfondo è dipinto dalle brughiere selvagge e ancora incontaminate dello Yorkshire.

Bianco, come il candore intatto della passione che mai Cathy ha potuto consumare nel modo in cui avrebbe voluto, con il suo Heathcliff. Bianco, come il colore di alcuni fiori che si estendono nelle brughiere attraversate da loro infinite volte, profumati di tutti i sogni che avevano affidato alle loro fresche corolle. Bianco, nell’infante speranza che abbandona il tempo e lascia spazio al dolore. Gli abiti di Cathy danzano in quell’immortale assenza di altre nuance, simbolo delle diverse emozioni che a lei sono state negate, e delle quali l’autrice stessa decide di privarla anche nell’aspetto estetico con il quale la presenta ai suoi lettori.