Cari lettori,
come ogni domenica sono qui per riassumere le iniziative che hanno ruotato attorno ad Io Sono Heathcliff, nel corso di questa settimana appena trascorsa. Mi piace ricordare con voi tutto ciò che avete fatto con tanto affetto per me e il mio romanzo che attendete di leggere. ^_^
Iniziamo con un'intervista che ho rilasciato per l'attivissimo Diario della Fenice, leggibile a questo link:
dove potrete iniziare a scoprire il modo in cui mi accingo al meraviglioso mondo della scrittura :)
Ringrazio anche il nuovissimo e già movimentato blog letterario Il colore dei libri per la dettagliata anteprima che ha preparato per Io Sono Heathcliff, e nel lasciarvi qui il link in cui potrete visualizzarla
vi annuncio già che Il colore dei libri riserva per voi altre sorprese che riguardano il mio romanzo!
Passiamo, infine, con i ringraziamenti al fantastico blog Diario di Pensieri Persi, per avere pubblicato il racconto inedito "Ragazze Agrifoglio"
tratto dai personaggi di Io Sono Heathcliff, che vede come protagonista Stella, personaggio di cui vi ho già parlato nei giorni scorsi attraverso la sua scheda di approfondimento che potrete trovare sulla ribrica "Oggi si parla di..."
Vi lascio con il racconto inedito sopra citato, in attesa d'iniziare una nuova settimana ricca di nuove sorprese e augurandovi una buona lettura!
Ragazze Agrifoglio
Non riusciva a capire cosa le stesse capitando. Proprio lei, figlia di uno degli imprenditori più illustri della città, si sentiva tutt’un tratto smaniosa di trascorrere del tempo con il ragazzo di strada che stava nascondendo nella soffitta di villa Milano. Stella non aveva mai perso la testa per nessuno, a parte qualche piccola cotta adolescenziale per i ragazzi più ambiti che ogni anno si presentavano in cima alla lista delle sue preferenze. Ma stavolta era diverso.
Sì, stavolta era lei quella costretta a doversi difendere da qualcuno, e questo le confermava la follia di quel che stava facendo, nascondendo quel ladro in casa dei suoi genitori. Sapeva di commettere un errore, sapeva quanto vulnerabile riusciva a diventare stando accanto a Damian, ogniqualvolta andava a trovarlo in solaio per chiedergli di cosa avesse bisogno.
La sua vicinanza le toglieva il respiro, e non riusciva ad alzare lo sguardo per guardarlo troppo spesso dritto negli occhi, nel timore che un tipo sveglio come lui si rendesse conto del suo stato d’animo. Sconvolta e persino sdegnata da quel che stava provando per quello sconosciuto, Stella continuava a percorrere una linea invisibile sul pavimento della sua stanza, terribilmente indecisa sul da farsi. Prima di gettarsi a capofitto sull’idea d’innamorarsi di un rapinatore, voleva potergli parlare con calma e a lungo. Fino a quella sera non ne aveva avuto il tempo, e se non decideva di cogliere l’occasione giusta, avrebbe dovuto rinunciarvi definitivamente, visto che non poteva certo nasconderlo lì dentro per sempre!
Si guardò un attimo allo specchio, prima di uscire dalla sua camera e di raggiungere il solaio inghiottito dal silenzio della notte, come il resto delle stanze dell’intera abitazione degli Orsini. Proprio quella sera non si sentiva affatto al massimo dello splendore: una lieve linea di mal di testa l’accompagnava da ore, e le si erano creati dei chiari cerchi violacei sotto gli occhi. Poco importava, il buio le sarebbe stato amico e non avrebbe permesso a Damian Ludeschi di vedere sul suo viso il benché minimo difetto.
Diede un’ultima sistemata al ciuffetto di capelli che le sfiorava la fronte, e si diresse al solaio, con il cuore in petto che le batteva a mille e il sapore del proibito tra le labbra e sulla pelle. L’attrazione che provava per colui che aveva deciso di salvare da una sorte fredda e dura come il ciglio della strada sul quale era stato abbandonato, era troppo forte. Neanche il volto tumefatto dall’eccessiva dose di cazzottate ricevute, lo faceva apparire alla sua vista meno attraente; i suoi occhi neri sembravano bruciare di una febbrile passione che l’attirava a sé senza rimedio, ed era una sensazione che aveva provato sin dal primo istante in cui l’aveva incontrato durante lo scippo mancato alla sua borsetta.
Inspirò ed espirò a fondo per due, tre volte e, spinta da un moto di decisione, si accinse ad aprire la botola che la separava di qualche metro da Damian. Ma un bisbiglio la fece trasalire e arrestare in tempo; aperta la botola solo di uno spiraglio, Stella strinse gli occhi in una linea quasi del tutto invisibile, mettendo a fuoco ciò che da quella posizione poteva riuscire a vedere. Sentiva un mormorio pesante e agitato, ma il buio era troppo denso per farle capire da dove provenissero quelle voci.
Fin quando tutto divenne chiaro, e il respiro le si strozzò in gola. Nulla avrebbe potuto ferirla più della scena che le si presentava davanti, e dovette cercare d’ingoiare i singhiozzi salitile in gola, oltre che cacciar via le lacrime che le annebbiavano totalmente la vista, per acuire i propri sensi e farsi una ragione di quel che aveva appena scoperto.
Damian porgeva una mano ad Elena, la quale era distesa sul letto che Stella stessa aveva preparato per il fuggiasco. Nonostante tutto lì dentro fosse avvolto da un’oscurità impenetrabile, la figlia degli Orsini fu in grado di scorgere l’intensità della stretta delle mani della sua migliore amica e del ragazzo da cui stava scioccamente andando per rendergli noto l’interesse nei suoi confronti.
«Và via, Elena. Avevi ragione, non saresti dovuta tornare da me. E non temere per la tua amica. Non appena mi sarà possibile, lascerò questa casa. Per adesso, nessuno sa che sono qui».
Damian pronunciò queste parole con una nota di sofferenza che colpì Stella forse ancor più di tutto il resto. Come aveva potuto non accorgersi di quello che le stava capitando sotto il naso? Quei due erano riusciti a non far trapelare nulla dagli sguardi che sapevano scambiarsi in silenzio, persino in sua presenza. Eppure, avrebbe giurato che Elena trovasse antipatico Damian, notando anche un certo disaccordo sul fatto che lei lo stesse aiutando a scappare dai suoi nemici. E invece…com’era potuta essere tanto stupida da non rendersi conto di quanto la sua amica fosse attratta da quel ladro che lei, Stella Orsini, aveva avuto la pessima idea di soccorrere?
Non appena Elena uscì dal solaio, per tutta la stanza echeggiò il pesante sospiro di Damian. La sua espressione sconfitta, rabbiosa, ferì la ragazza dai capelli rossi, il cui tremore di una mano tradì la sua presenza. Colto di sorpresa, Damian si voltò immediatamente verso la sua direzione, spingendola a mollar via la presa e ad arretrare velocemente per dirigersi nella sua camera, correndo a perdifiato tra i passi attutiti dalle sue calzette felpate.
Barricatasi dietro la porta ansimando, Stella chiuse gli occhi e restò in silenzio, restando stupita di sentire il calore di una lacrima scenderle lungo la guancia.
In quel preciso istante, una calma mai provata prima s’impadronì del suo petto agitato, portando con sé una consapevolezza che avrebbe reso sua per sempre: non avrebbe mai tradito l’amicizia che la legava ad Elena. La sua non era certo una rinuncia alla felicità, perché nessun altro quanto lei sapeva bene che il suo trasporto nei confronti di quel ragazzo non aveva mai avuto un’importanza tale da poter sostituire l’affetto per colei che aveva imparato a starle accanto, accettandola per quel che era e per il poco che riusciva a darle.
Sulle sue labbra turgide comparve un timido sorriso e, in quel momento, Stella decise di desistere dal volersi avvicinare a Damian Ludeschi, rischiando d’innamorarsi seriamente di lui. Non conosceva ancora i sentimenti che lo legavano alla sua migliore amica, ma era certa che la natura di questi fosse sincera. Consolata dal fatto di aver provato solo un’attrazione fisica nei confronti di Damian, corse felice, come se liberatasi da un peso invisibile dalla coscienza, e prese a sfogliare un libriccino di poesie, tra le quali ve ne era una in particolare, perfettamente ricollegabile a quella situazione. La lesse tutta d’un fiato, come a suggellare la sua scelta:
L’amore è simile alla rosa di macchia,
l’amicizia, all’agrifoglio
l’agrifoglio è cupo quando la rosa è in fiore,
ma quale fiorirà più a lungo?
A primavera è dolce la rosa selvatica,
l’estate profuma dei suoi petali in fiore
ma attendi il ritorno dell’inverno
e chi allora la chiamerà bella.
Disdegna sin da ora la ghirlanda di rose
e òrnati del lucente agrifoglio
quando dicembre appassirà il tuo viso
forse la tua ghirlanda serberà splendore.
Emily Bronte
1 commenti
tesora: posto che voglio stringere tra le mani il tuo libro da parecchi mesi (=D <3) non potevo non premiare il tuo blog!!!
RispondiEliminahttp://diariodellafenice.blogspot.com/2012/01/versatile-blogger-award.html
"Lo stare insieme è nello stesso tempo per noi essere liberi come nella solitudine, essere contenti come in compagnia."
Emily Brontë